venerdì 28 novembre 2008

Janacek and the Viola d'Amore

Quatuor Diotima, Garth Knox (viola d'amore) - Alpha Editions


Janacek et la viole d'amour

Par Patrick Loiseleur, le lundi 10 mars 2008


Leos Janácek, cet immense musicien, avait une passion secrète pour la viole d'amour. Cette viole à sept cordes qui se porte à l'épaule comme un alto, ne comporte pas de frettes, est dotée de douze ou quatorze cordes sympathiques, qu'on ne joue pas et qui ne vibrent que par sympathie. Le public les entend à vrai dire assez peu (alors que l'interprète en a plein les oreilles, dixit un violiste d'amour), mais elles contribuent au timbre particulier de l'instrument, doux et mystérieux.
Comme l'indique l'encyclopédie de Diderot en 1772, tous les instruments dits "d'amour" (hautbois d'amour, flûte d'amour, etc…) sonnent plus bas que les originaux, d'environ une tierce. Cet intervalle ne saurait être considéré comme une règle générale, d'autant plus qu'il existait plusieurs façons d'accorder les instruments.
Cet instrument au charme discret (et désuet) était pratiqué notamment par Chrétien Urhan, altiste et violoniste à l'Opéra, créateur de Harold en Italie. Plus adaptée à l'intimité d'une chambre ou d'une petite salle de concert qu'à la virtuosité tapageuse, elle n'a jamais passionné les foules, mais elle a survécu et cohabité avec la famille des violons alors que la plupart des autres violes - contrebasse mise à part - avaient disparu. On la trouve dans certains opéras de Meyerbeer mais aussi dans ceux de Janácek. Plus récemment, Franck Martin et Paul Hindemith lui ont consacré des pages de musique de chambre, et des compositeurs contemporains comme Grégoire Lorieux s'y sont intéressés aussi, quitte à l'amplifier électriquement.
Écrits dans les toutes dernières années de sa vie, les deux quatuors de Janácek - La sonate à Kreutzer et Lettres intimes - sont des chef-d'oeuvres absolus. Brûlants de passion, sérieux mais irrigués par la sève généreuse de la musique populaire tchèque, on ne peut les comparer qu'à ceux de Bartók (ils sont contemporains du Troisième et du Quatrième).
Or dans la version initiale du deuxième quatuor prévoyait une viole d'amour à la place de l'alto. Cette version a été exhumée par des musicologues et sera donnée en concert le 2 avril 2008 au Conservatoire national supérieur (salle d'orgue) avec Pierre-Henri Xuereb à la viole d'amour. L'occasion de découvrir la version rêvée par Janácek de ces Lettres intimes




Janacek e la viola d'amore


Testo di Patrick Loiseleur (traduzione a cura di Mauro Righini)


Leos Janácek, grandissimo musicista, aveva una passione segreta per la viola d’amore. Questa viola a sette corde che si suona appoggiata sulla spalla come una viola da braccio, non ha i tasti come la viola da gamba ed è dotata di corde di risonanza (da sette a quattordici) che non vengono suonate, ma vibrano per simpatia. A dire il vero il pubblico le sente poco, mentre l’interprete ne ha .... piene le orecchie, ma contribuiscono a creare il timbro particolare dello strumento, dolce e misterioso.
Nell’Enciclopedia del 1772, Diderot scrive: « tous les instruments dits "d'amour" (hautbois d'amour, flûte d'amour, etc.) sonnent plus bas que les originaux, d'environ une tierce. Cet intervalle ne saurait être considéré comme une règle générale, d'autant plus qu'il existait plusieurs façons d'accorder les instruments. »
Questo strumento dallo charme discreto e desueto era suonato da Chrétien Urhan, violinista e violista all’Opera di Parigi, creatore tra l’altro dell’Harold en Italie di Hector Berlioz. Più adatta all’intimità di una piccola sala che al puro virtuosismo, la viola d’amore non ha probabilmente mai appassionato il grande pubblico, ma è comunque sopravvissuta ed ha coabitato con la famiglia dei violini, allorquando la maggior parte degli strumenti della famiglia delle viole da gamba (a parte il contrabbasso) erano caduti nell’oblio. Nel XIX secolo la ritroviamo in alcune opere di Meyerbeer, ma anche di Janàcek. In tempi più recenti, Franck Martin e Paul Hindemith le hanno consacrato diverse pagine e compositori contemporanei come Grégoire Lorieux l’hanno addirittura amplificata elettricamente.
Scritti negli ultimi anni della sua vita, i due quartetti di Janàcek - La sonate à Kreutzer e Lettres intimes – sono capolavori assoluti. Brucianti di passione, seri, ma irrigati dalla linfa generosa della musica popolare ceca, possono tranquillamente essere avvicinati ai quartetti di Béla Bartók (sono contemporanei al Terzo e Quarto quartetto del compositore ungherese).
La prima versione del quartetto Lettres intimes prevedeva una viola d’amore al posto della viola. Questa versione, riesumata da musicoligi, sarà eseguita in concerto per la prima volta in concerto il 2 aprile 2008 al Conservatorio di Parigi, con Pierre-Henri Xuereb alla viola d’amore : un’occasione dunque per scoprire la versione sognata da Janácek di Lettres intimes.

giovedì 27 novembre 2008

Johann Sebastian Bach (Eisenach,1685 – Leipsig,1750)

S. Thomas Kirche, Leipsig















J.S. Bach



Cantate BVW 36c - Air in A major (soprano, viola d'amore and basso continuo)
Cantate BVW 152 for soprano, bass. flute, oboe, viola d'amore, viola da gamba and continuo
Cantate BVW 205 - Air in B minor (tenor, viola d'amore, viola da gamba and continuo)
Johannes-Passion BVW 245 - Arioso in E bem. major (bass, 2 violas d'amore, luth and continuo) - Aria in C minor (tenor, 2 violas d'amore, viola da gamba and continuo)

domenica 9 novembre 2008

Georg Philipp Telemann (Magdeburg 1681 - Hamburg, 1767)


Cantata in A minor for soprano, alto, tenor, bass, viola d'amore, strings and continuo;
2 Arias with viola d'amore in Brockes-Passion, 1716;
Concerto in E major for flute, oboe d'amore, viola d'amore, strings and continuo;
Trio in D major for flute, viola d'amore and bass.
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Fearing that the boy’s musical precociousness would lead to a career in music, his mother and her advisers forbade him any further involvement with music and confiscated his musical instruments. Yet Telemann secretively continued to compose and to play on borrowed instruments at night or in secluded places. With the hope that different surroundings would put him on the path towards a more respectable and lucrative career, Telemann was sent in late 1693 or early 1694 to school in Zellerfeld, where he was placed under the guidance of the superintendent, Caspar Calvoer. However, Calvoer, a theologian, historian, mathematician and writer with an interest in musical theory, not only supervised Telemann’s general education but also introduced him to the relationship between music and mathematics;

sabato 8 novembre 2008

Attilio Ariosti (Bologna, 1666 - England, 1729)



Tra le composizioni strumentali, le Six Lessons for Viola d'Amore, armonicamente e melodicamente molto interessanti, composte espressamente per insegnare ai violinisti a suonare la viola d'amore: sono scritte sotto forma di intavolatura per suonare in scordatura e sono strutturate come sonate.
Presso la Kunglica Musikaliska Akademiens Bibliotek (Roman Samling) di Stoccolma, sono inoltre conservati i manoscritti di 57 brani, per mano di Hemlich Roman, allievo di Ariosti, raggruppabili in modo da formare 15 Sonate per viola d'amore e basso, chiamate appunto Stockholmer Sonaten.

giovedì 6 novembre 2008

Nickelharpa (Viola d'amore a chiavi)


La nyckelharpa (viola d'amore a chiavi) è uno strumento conosciuto già dal lontano medioevo. Le corde vengono suonate da un archetto, le note vengono generate con l'aiuto di una tastatura.

mercoledì 5 novembre 2008

Chronicles - Cronache & Testimonianze

... ma soprattutto per la sua dolcezza e novità, la Viol d'Amore a cinque corde di metallo, suonata con un arco, non essendo che un normale violino, suonato al modo di una Lira da un tedesco, che io non ho mai sentito strumento più dolce o più sorprendente...
John Evelyn, Diario, 1679
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.. si vede ancora oggi una specie di Viola soprano montata con corde di ottone, che si chiama Viole d'Amour: ma è certo che queste corde producono uno sgradevole effetto sotto l'archetto e che rendono un suono troppo aspro; è per questo che i francesi non si sono mai serviti di corde simili, ance se qualcuno ha voluto effettuare la prova ...
Jean Rousseau, Traité de la Viole,
Paris, Ballard, 1687
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... Viol de l'Amor, la cui incordatura è realizzata in parte con corde di metallo doppie in unisono, in parte con corde in budello, il cui corpo ò come quello di una viola, ma non così lungo eviene usata scordata ...
Daniel Speer, Grund-richtiger Unterricht der Musikalischen Kunst,
Ulm, 1687
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Viola d'Amor - ovvero Viole d'Amour. E' una specie di Dessus de Viole che ha sei corde d'acciaio o di ottone come quelle del clavicembalo, e che viene suona con un archetto nel modo solito. Ciò produce un suono argentino che ha qualcosa di molto gradevole.
Sebastian de Brossard, Dictionnaire de Musique,
Paris, Ballard, 1701-1703, p. 219
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La dolce viola d'amore, in francese viole d'amour, porta l'amabile nome non a torto, e si esprime molto languidamente e teneramente. Il suo suono è argentino, perciò assolutamente piacevole e armonioso....
Johann Mattheson, Das neu-eroeffnete Orchestre,
Hamburg, Schiller, 1713
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Un altro simile istromento si usa d'alcuni, e si chiama Viola d'Amore, né hò potuto indagare la cagione, per cui gli sia stato imposto tal nome. Ina altro non differisce dal sopraddetto (Violino), che nelle corde, perché sotto le corde d'intestini (budello), ve ne sono altrettante di Metallo, le quali benché non toccate dall'arco, rendono un suono assai dolce, che accresce l'armonia delle altre.
Filippo Bonanni, Gabinetto Armonico, 1722
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Nota: Su questo strumento però sono montate anche sei altre corde di ottone o di metallo che passando sotto la tastiera concava arrivano sopra, e stanno sotto al normale ponticellosotto un filo metallico ben fissato trasversalmente, possono essere accordate secondo l'accordo riprodotto dalle corde superiori, ma non possono essere sfregate; da ciò deriva che non servono ad altro se non alla risonanza.
Johann Frieddrich Bernhard Caspar Majer, Museum musicum,
Schwaebisch Hall, 1732
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Non esiste quindi un tipo più nuovo di viola d'amore? Sì. I signori italiani, secondo la loro naturale invenzione musicale, hanno portato l'opera così avanti, che essi da poco tempo hanno prodotto la Viola d'Amore a sette corde.
Johann Philipp Eisel, Musicus ex semetipso,
Erfurt, Funken, 1738
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